PAPPAGALLI_VOLATILI_CANARINI_E TANTO ALTRO

canarini

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il tero
icon4  view post Posted on 10/9/2009, 11:26




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Come il suo nome lo indica, il canarino (serinos canarias) e' originario delle Isole Canarie. Per tanto lo si incontra anche all'isola di Madeira e alle isole Azzorre.
Che cosa sono queste isole?
Scoperte nel 1402 dal normanno Jean de Bethencourt, le Canarie fanno parte dell'arcipelago spagnolo dell'Atlantico. Queste isole sono raggruppate sotto questi nomi: Grande-Canaria, Tenerife, Fuerteventura, Lanzarote, Gomera, Palma et Hierro. Godendo d'un clima eccezionale, che altre volte le ha fatte chiamare "Isole Fortunate", esse sono la culla del canarino. La socievolezza e il canto di quest'ultimo, sedussero gli spagnoli i quali, accortosi che questo uccello conservava, anche in gabbia, tutte le facolta' naturali, compresero l'importanza della scoperta fatta in queste isole. Gli uccelli furono catturati e inviati in massa in Spagna, dove il loro allevamento divenne ben presto un'industria fiorente. Non solo i giovani canarini venivano esportati a prezzo d'oro, ma, volendo conservare il monopolio della produzione, gli spagnoli esportavano i maschi uccidendo sistematicamente le femmine non necessarie alla produzione.
Come fini' questo monopolio?
Una leggenda vuole che un vascello spagnolo carico di canarini, naufragasse al largo dell'Isola d'Elba e che gli uccelli liberati, sia dall'equipaggio' sia dalla distruzione delle gabbie' prendessero il volo, alcuni verso la costa italiana della Toscana, altri verso l'Isola d'Elba e le coste della Provenza. Alcuni di questi uccelli, maschi e femmine, furono catturati; altri fecero ceppo in questi luoghi, dando vita in seguito a un tipo di canarino montanaro, in Corsica, in Sardegna, e nel Nord dell'Italia e al Serino, diffusosi in tutti i paesi latini e in Germania. Questa e' la leggenda! Tuttavia possiamo darle un certo credito poiche', tanto nel canto del montanaro che in quello del serino ritroviamo certi toni simili a quelli del canarino. Un'altra supposizione vuole che gli allevatori spagnoli per un interesse personale immediato, fornissero delle femmine a paesi esteri. Qualunque siano state le cause fini' il monopolio spagnolo e l'allevamento del canarino si propago' rapidamente in tutta Europa. Da principio fu appannaggio delle classi sociali elevate le quali ambivano tenerlo in gabbia o allevarlo per "snobismo", pero' ben presto si diffuse in tutte le altre classi e fu allevato, sia per passione o sport, che per desiderio di ricerca o di creazione, sia a scopi finanziari. Dall'aspirazione degli amatori a riunirsi per confrontare i loro soggetti, nacquero ben presto le Societa' Ornitologiche le quali iniziarono ad organizzare esposizioni e concorsi dove i canarini venivano giudicati per le loro qualita' di canto, di forma e di colore.

CARATTERISTICHE SOMATICHE
Nonostante la taglia dei Canarini selvatici raggiunga al massimo i 16 centimetri, vi sono alcune razze di Canarini domestici che toccano i 20 - 22 centimetri di lunghezza; tuttavia pur essendo stati sottoposti a numerose selezioni, la struttura anatomo-morfologica dei canarini domestici e' rimasta invariata; le ali presentano dieci remiganti primarie, diciotto secondarie e nella coda vi sono dodici timoniere. I Serini, essendo di natura socievole, se isolati soffrono notevolmente la solitudine, per cui, salvo casi di addestramento al canto o in cui la patologia lo richiede, e' sempre consigliabile tenere questi uccelletti in coppie. La vita media dei canarini, allevati in modo corretto, si aggira intorno ai dieci anni e non sono rari casi in cui, animali tenuti in condizioni ottimali, raggiungono i venti anni di vita. Premesso che, quando si parla di intelligenza, non bisogna aspettarsi troppo da queste creaturine, passeremo a fare alcuni esempi di cio' che un canarino completamente addestrato e' in grado di fare. Un allevatore aveva preso l'abitudine di nascondere un ambito boccone sotto una pedina di una scacchiera: il canarino sottoposto ad addestramento non tardo' a trovare il boccone e a ripetere l'esercizio nonostante il pezzo venisse spostato. Un altro canarino imparo' a spostare un carrelino quel tanto da consentirgli di arrivare al cibo. Se ben addestrati i canarini sono capaci di eseguire operazioni ben piu' complesse, come fare il morto in seguito allo sparo di un cannoncino, lasciandosi trasportare su un carrelino, per poi resuscitare sempre a comando. Quanto sopra descritto non fa altro che risaltare le caratteristiche mnemoniche ed intelletive di questi uccelletti.
Virtu' canore dei canarini
Di seguito tratteremo le doti canore dei Canarini, siano essi selvatici che domestici, ma poiche' questi ultimi discendono dai primi, di differenze sostanziali vere e proprie, non si puo' parlare. Il Canto del canarino selvatico risulta piu' marcato, fresco e melodioso, ma un po' aspro, in quanto composto in parte da suoni metallici e acuti, emessi in rapida successione. Vi sono comunque alcune razze domestiche che si distinguono perche' capaci di veri e propri virtuosismi musicali; queste razze sono: la Malinois e la Harzer. Volendo comunque fare un confronto, e' possibile paragonare, i suoni emessi dai canarini appartenenti alle due sopracitate razze, alla musica da camera e il canto dei canarini selvatici alla canzone popolare; per cui, si puo' facilmente capire, che la predilizione per l'una o per l'altra varieta' e' solo questine di gusti. Anche nei canarini come nella maggior parte degli uccelli, il canto e' una prerogativa dei maschi, mentre le femmine si limitano ad emettere dei cinguettii piu' o meno squillanti, che talvolta incitano i maschi ad emettere prorompenti fraseggi canori. Sulle capacita' canore influiscono numerosi fattori; tra cui: quelli ereditarii, l'addestramento e la giusta attivita' ormonale, nonche' lo stato psicofisico dell'animale stesso. Per cui e' facile intuire che l'alimentazione riveste un ruolo fondamentale; se sana, ricca di vitamine e accompagnata dal mantenimento in ambiente soleggiato ed arieggiato contribuisce in maniera positiva sulla produzine di ghiandole endocrine, rendendo piu' rapide le vibrazioni delle apposite membrane. In breve non si ha voglia di cantare se non si e' in buona salute e in ambiente confortevole.


SERINOLOGIA E CANARICOLTURA
Per serinologia s'intende la scienza che studia i canarini, o meglio, le varie specie di uccelletti del Genere Serinus comprendente oltre ai cosiddetti canarini alcune specie con diverso appellativo volgare, ma con affinita' generica comune. La canaricoltura e' la branca della serinologia che si occupa delle regole pratiche dell'allevamento di questi volatili allo stato di domesticita'. Affinche' i canarini (si tratti di pochi o di molti soggetti, non importa) beneficino delle migliori condizioni di vita e' necessario che l'ornicoltore abbia conoscenza e piu' moderni metodi di allevamento quanto a razionalita' dei contenitori, salubrita' dei locali, appropiatezza dell'alimentazione, cura degli eventuali stati patologici, ecc. Ma e' anche opportuno che un allevatore preparato non ignori le nozioni di serinologia che forniscono una piu' completa conoscenza di questo genere di alati atte a meglio consentirgli l'instaurazione di un rapporto sensibilizzato con gli animali soggetti alle sue cure. Questo rapporto dovrebbe sempre sussistere fra l'uomo e le manifestazioni vitali della natura oggetto del suo interessamento. Nozioni sulle varie specie di Serini selvatici e sui loro costumi allo stato libero sono indispensabili a chi intenda consentire traguardi importanti nel campo della canaricoltura attraverso un lavoro impegnativo in fatto di selezione e di riproduzione dei volatili; si tratta di nozioni che pongono in grado di predisporre nel migliore dei modi incroci e ibridazioni non solo per irrobustire un ceppo di alati, ma anche all'ambizioso fine di apportare ad esso modifiche migliorative per nuove caratteristiche anatomo-morfologiche. E' da ritenersi irragionevole il dedicarsi all'allevamento degli uccelli - cosi' come a quello di qualsiasi altro genere di animali - senza aver prima preso cosicenza delle caratteristiche, del temperamento e delle abitudini nonche' delle esigenze naturali di queste alate creature. Apparte le soddisfazioni di carattere morale, e anche materiale, che possono trarre dalla canaricoltura gli ornicoltori competenti, e' la persona intelligente e conscenziosa a provvedersi di un bagaglio di cognizioni specifiche prima di intraprendere qualsiasi attivita' in particolar modo quando l'attivita' e' legata a delle creaturine, che per quanto modeste, meritano la considerazione di ogni individuo civilmente consapevole.
L'acquisto del canarino

Prima di procedere all’acquisto di un volatile bisogna accertare il suo perfetto stato di salute. Il piumaggio dev’essere folto, composto, brillante, l’occhio vivo, aperto e perfettamente rotondo. L’animale non deve mostrare magrezza o pinguedine e deve muoversi liberamente, con naturalezza, con giusta vivacità. Il becco e le zampe non devono essere malformate e queste ultime non devono presentarsi eccessivamente scagliose (segno di età avanzata o di scarse cure da parte dell’allevatore), con pustole o unghie mancanti. Nel caso di acquisto di soggetti di razza destinati alla riproduzione di canarini da mostra, è necessario accertare la rispondenza del pennuto alle caratteristiche della razza, il che, ove si manchi della necessaria competenza e pratica, si cercherà di stabilire confrontando l’animale col disegno dello standard di cui si dovrà essere muniti all’atto dell’acquisto e che si avrà avuto cura di studiare attentamente in precedenza. Meglio ancora se si potrà contare sulla consulenza d’un esperto non interessato al mercato che si intende attuare. I canarini comuni si trovano in vendita presso ogni uccelleria e l’amatore non ha che la difficoltà della scelta. Nei negozi di animali si trovano altrettanto facilmente le varietà meno pregia te del Canarino a fattore rosso e talvolta è dato reperire buoni soggetti anche di altre razze più costose. In genere, perô, per l’acquisto di soggetti delle razze pregiate è preferibile, se non in dispensabile, rivolgersi ad un allevatore sportivo, di cui si può ottenere l’indirizzo rivolgendosi ad un’associazione di ornicoltori o attraverso la piccola pubblicità d’una rivista specializzata. Un buon sistema è anche quello di visitare le mostre di volatili ornamentali che si organizzano in ogni regione d’Italia tra i mesi di ottobre e dicembre; qui si può fare conoscenza di allevatori d’ogni specie e razza di volatili da gabbia e soprattutto di canarini. Non si effettui mai l’acquisto presso un’uccelleria o Un alleva mento mal tenuti; il commerciante e l’allevatore che trascurano il negozio e il locale d’allevamento trascurano anche la salute dei volatili che vendono.Gli acquisti di canarini possono essere fatti anche per corrispondenza, essendo molti gli alleva tori che praticano questo tipo di vendita. In tal caso bisogna prima assicurarsi che il venditore sia persona esperta e degna di fiducia e bisogna anche concordare che 1a spedizione avvenga con il sistema più rapido possibile e che il venditore si premuri di avvertire telegraficamente il compratore dell’avvenuta spedizione in modo che a questi sia possibile conoscere il giorno e possibilmente l’ora d’arrivo del trasportino contenente i volatili. L’argomento è ulteriormente trattato alle voci Spedizioni e Vendite.Quando possibile, è meglio effettuare gli acquisti personal mente. Coloro che si recano in visita di esposizioni ornitologiche, cui talvolta sono abbinate delle mostre-mercato esibenti esemplari in vendita fuori con corso, devono guardarsi bene dal fare soverchio affidamento sulle qualità dei soggetti esposti. L’espositore ha tendenza a valorizzare la propria merce proprio a causa dell’ambiente in cui vie ne offerta, e capita spesso che il prezzo richiesto sia tutt’altro che proporzionato a1 reale valore del volatile. Se possibile, conviene astenersi dal concludere subito l’acquisto nella sala-mostra effettuando prima della compera Gli acquisti di canarini possono essere fatti anche per corrispondenza, essendo molti gli allevatori che praticano questo tipo di vendita. In tal caso bisogna prima assicurarsi che il venditore sia persona esperta e degna di fiducia e bisogna anche concordare che 1a spedizione avvenga con il sistema più rapido possibile e che il venditore si premuri di avvertire telegraficamente il compratore dell’avvenuta spedizione in modo che a questi sia possibile conoscere il giorno e possibilmente l’ora d’arrivo del trasportino contenente i volatili. L’argomento è ulteriormente trattato alle voci Spedizioni e Vendite. Quando possibile, è meglio effettuare gli acquisti personal mente. Coloro che si recano in visita di esposizioni ornitologi che, cui talvolta sono abbinate delle mostre-mercato esibenti esemplari in vendita fuori con corso, devono guardarsi bene dal fare soverchio affidamento sulle qualità dei soggetti esposti. L’espositore ha tendenza a valorizzare la propria merce proprio a causa dell’ambiente in cui vie ne offerta, e capita spesso che il prezzo richiesto sia tutt’altro che proporzionato a1 reale valore del volatile. Se possibile, conviene astenersi dal concludere subito l’acquisto nella sala-mostra effettuando prima della compera una visita agli allevamenti degli espositori prescelti onde poter disporre d’una scelta più vasta e accertare altresì le condizioni igieniche in cui vengono tenuti i volatili e la razionalità dell’impianto. Un locale d’allevamento razionale, perfettamente pulito, costituisce una buona referenza anche se naturalmente non garantisce dell’onestà del venditore e della qualità dei volatili venduti. E buona norma, quando si acquista presso un privato, non scegliere subito i canarini, appena si entra nella stanza d’alleva mento, ma lasciar passare un po’ di tempo per dar modo agli uccelletti di assuefarsi alla presenza del visitatore, o almeno osservarli con calma da una certa distanza perché l’eccitazione che una persona estranea suscita nei volatili può talvolta mascherare delle mende che si rendono evi denti solo quando i pennuti non sono in stato di vigilanza. Naturalmente nelle uccellerie tale precauzione si rende superflua essendo i volatili ormai abituati al continuo andirivieni di perso ne estranee. Se possibile si osservi attenta mente il canarino mentre dorme o si trova in stato di completo riposo: se la coda, anziché resta re immobile, si muove aizzandosi e abbassandosi all’unisono col ritmo della respirazione, vuol dire che l’animale è affetto da un disturbo all’apparato respirato rio. Altra precauzione da prendere nei confronti dei soggetti prescelti con un primo esame: dopo aver fatto svolazzare un pochino il canarino nella gabbia, lo si prenda in mano accostandolo all’orecchio onde accertare che non abbia respiro affannoso e sibilante, sintomo di asma o di malattia parassitaria dell’apparato respiratorio. Naturalmente conviene sempre preferire soggetti giovani. Quando il canarino è munito di anello inamovibile riportante l’anno di nascita, non vi sono problemi; mancando l’anellino, si possono riconoscere con un po’ di pratica i soggetti dell’annata dalle zampe che sono ricoperte da scaglie particolarmente morbide e sottili. I mesi pin indicati per l’acquisto dei volatili d’allevamento come i canarini sono gli ultimi dell’anno (da settembre a dicembre) quelli cioè che vengono subito dopo il periodo riproduttivo e la muta del piumaggio. Nell’acquistare un volatile con viene anche informarsi del regi me alimentare cui esso è abituato, in modo da non sottoporre l’animale oltre che al cambia mento di ambiente anche a quello di vitto; le modifiche del la dieta vanno effettuate con gradualità.

Distinzione dei sessi

Il sistema più semplice per distinguere il maschio dalla femmina nei canarini è quello di osservare quale sono i soggetti che cantano: solo i maschi infatti possiedono qualità canore (rare le femmine che canticchiano e in ogni caso solo in maniera rudimentale). Quando però ci si trova nella necessità di distinguere i sessi di soggetti per i quali non si ha il tempo o non si può fare il rilevamento delle doti canore (come ad esempio per i giovani che non hanno ancora ultimato la prima muta), bisogna esaminare la zona circostante la cloaca che ne periodo degli amori, inturgidendosi, evidenzia la diversa conformazione nel maschio e nella femmina. La persona esperta riesce a rilevare tale differenza in ogni periodo dell’anno, ma l'ornicoltore alle prime armi può non riuscirvi nemmeno allorché i canarini sono in calore in quanto la differenziazione può variare da soggetto a soggetto (soprattutto in relazione con l’età e con il grado di forma amorosa) sovente molto meno marcata di quanto non appaia nel disegno illustrativo qui riprodotto. In tal caso all’allevatore non resta che basarsi sul canto o sul comportamento dei canarini o anche sulla conformazione e disposizione delle piumette che con tornano l’organo genitale: nei maschi queste piumette sono relativamente lunghe e sottili mentre nelle femmine sono più corte e disposte a corolla o in intorno alla cloaca (questa differenza è leggera ma costante in ogni stagione dell’anno e per tanto su di essa ci si può basare per quei volatili dei quali non si ha modo di rilevare il canto e che non sono in forma amorosa). Da notare la differente con formazione della parte esterna degli organi genitali appare in genere alquanto evidenziata anche nei nidiacei impiumati che non hanno ancora abbandonato il nido (tra i 14 e i 18 giorni di età); ciò consente l’individuazione del sesso prima dello svezzamento.Per osservare la conformazione della cloaca e delle piumette circostanti bisogna prendere in mano il canarino e soffiare leggermente e uniformemente sul suo basso ventre cosI da scoprire bene la parte da esaminare.

ADDOMESTICAMENTO

Il canarino, volatile che si riproduce ormai da secoli in cattività, è domestico ma non addomesticato. Nella sua gabbia esso vive felice e tranquillo e non si spaventa nel vedersi osservato anche da persona estranea; in genere però basta introdurre una mano nella gabbia perché subito l’atavico timore che gli uccelli nutrono per l’uomo si ridesti. Per trarre il massimo godimento dal possesso d’un volatile bisogna non solo che esso sia adatto alla vita di gabbia, ma che abbia una completa confidenza col padrone. Un qualche processo di addomesticamento si rende quindi sempre opportuno affinché il canarino possa dare delle soddisfazioni all’allevatore al di fuori dei risultati riproduttivi e del piacere che si può trarre dalla contemplazione dei suoi voletti e dall’ascolto del canto. Un canarino addomesticato, anche se non addestrato a compiere degli esercizi, sarà fonte di continuo svago con il suo cormportamento alieno da ogni sorta di timore per la vicinanza di esseri umani. Il processo di addomesticamento non richiede accorgimenti o qualità speciali ma solo un po’ di pazienza e di costanza. Tutti gli uccelli adattabili alla vita captiva sono più o meno suscettibili di addomesticamento, e il canarino, che già completamente adattato alla vita di gabbia, si presta meglio della massima parte dei volatili. I soggetti giovani si addomesticano molto facilmente di quelli anziani. Se il canarino da addomesticare è nato nel nostro allevamento, conviene iniziarne l’addestramento non appena ultimato lo svezzamento; anzi sarà bene abituarlo a essere osservato e toccato, per qualche minuto al giorno, prima ancora che esso abbandoni il nido. Anche fra gli alati della stessa Specie o razza esistono individui più o meno timorosi; si cerchi quindi, nei limiti del possibile, di sottoporre a addomesticamento soggetti che fin dal primo momento lasciano intravedere una certa disposizione alla mansuetudine. L’addomesticamento risulta più agevole se praticato singolarmente. Fra due o più soggetti è facile che ce ne sia uno incline ad impaurirsi più degli altri e il suo turbarnento risulta contagioso. Il discorso varia nel caso si possa disporre d’un soggetto già addomesticato, il cui comportamento avrà benefico influsso sui compagni accelerandone il processo di ammansimento. Innanzi tutto bisogna abituare il volatile a non temere la presenza dell’allevatore presso la gabbia, anche se questa viene maneggiata, il che con i canarini è presto ottenuto. Si comincerà quindi con l’introdurre pian piano una mano nella gabbia sino a quando la bestiola non mostrerà più timore della stessa. A questo punto conviene offrire al canarino qualche ghiotto boccone — particolarmente indicato il pinolo tenendolo fra le dita e insistendo nell’offerta per qual che minuto, giorno dopo giorno, sino a quando la leccornia non venga accettata. Da questo momento i progressi saranno rapidi e non tarderà il momento in cui l’uccelletto verrà spontanea mente a posarsi sulla mano o sul dito proteso ad accoglierlo. Prima di abituare il canarino all’introduzione della mano nella gabbia, lo si può addestrare a prendere il cibo dalle dita attraverso le sbarre, in un primo, facile processo di ammansimento. Evitare di prendere in mano più volte al giorno i canarini, come alcuni usano fare, con l’intento di abituarli all’uomo; anche a non considerare il fatto che gli uccelli sono esserini delicati da maneggiarsi solo quando necessario, con questo sistema, che oltre tutto procura giornalmente ai volatili i molti spaventi delle vane catture, non si otterrà mai una spontanea confidenza da parte del pennuto ma solo una supina rassegnazione a un trattamento odioso. Avere dei canarini addomestica ti non è solo un piacere; costituisce anche un vantaggio nella riproduzione. Le canarine addomesticate non si spaventano quasi di nulla e ciò semplifica di molto gli interventi manutentori dell’allevatore e riduce al minimo le possibilità d’interruzione della cova o di abbandono dei piccoli per causa diversa dalle cattive condizioni fisiche.

SCELTA DEI RIPRODUTTORI

I soggetti scelti per la riproduzione devono essere in ottima salute; per poco che presentino anche lievissimi segni di non perfette condizioni fisiche, vanno assolutamente esentati dalla fatica del ciclo riproduttivo sino a quando non siano tornati in piena forma, altrimenti si corre il rischio di comprometterne definitivamente le capacità generative. In linea di massima è buona norma non utilizzare per tutta la stagione quale riproduttore un soggetto che all’inizio dell’anno non sia in buone condizioni fisi che, anche se in seguito si rimette completamente; il rimandarne l’utilizzazione nelle cove della stagione successiva è saggio accorgimento prudenziale. Soprattutto nella scelta della femmina su cui ricade in gran parte, se non interamente, l'o nere riproduttivo si deve porre la massima attenzione: una buona riproduttrice oltre che sana e vivace non dev’essere né magra né troppo grassa, pur presentando un giusto accumulo di adipe nella regione addominale. Il temperamento della bestiola deve esprimere domesticità e mansuetudine.



La canarina pronta alla cova presenta il ventre deplumato ben gonfio e di color giallino. Femmine con l’addome scarno non presentante colorazione gialla, indice d’un giusto accumulo di grasso, bensì rossastra con visione in trasparenza del bluastro delle interiora, non vanno prese in considerazione quail fattrici perché difficilmente si avrebbe da esse deposizione di uova o comunque un felice completamento del ciclo ripro duttivo, giacche di regola non imbeccano la prole. Canarine dall’addome rosato anziché giallo possono risultare buone ri produttrici, purché abbiano il petto carnoso. Quanto al maschio, esso deve cantare a tutto spiano.I due riproduttori che si gradiscono a vicenda, se posti nella stessa gabbia, appena incominciano a entrare nel clima amoroso non tardano a scambiarsi effusioni fatte di cinguettii di ri chiamo e di affettuosi contatti di becco, cui di solito segue l'offerta d’un po’ di cibo da parte del maschio accolta dalla femmina con l’accompagna mento di tremule vibrazioni alari. Se invece maschio e femmina non si gradiscono, sorgono le complicazioni per l’allevatore.(V. Familiarizzazione dei riproduttori). E buona norma osservare le deiezioni dei soggetti destinati alla riproduzione: quelle dei canarini in perfetta salute sono piccole, di colorazione normale nerastra o giallino-scura o grigio-verdastra, con una punta bianca, mentre escrementi di consistenza acquosa, voluminosi e di tinta giallino-chiara sono indice di disturbi digestivi particolarmente pregiudizievoli per le femmine che di norma in tali condizioni non adempiono in maniera soddisfacente alla de posizione e all’incubazione delle uova. Per quanto concerne l’età, sebbene i canarini siano in grado di riprodursi già ai 9-10 mesi, e anche prima in alcune razze, è consigliabile accoppiare soggetti che abbiano raggiunto almeno l’anno di vita. Considerando che un canarino in gabbia vive in media sulle 10 primavere, di regola le capacità riproduttive della femmina Si arrestano verso i cinque anni e quelle del maschio sugli Otto; Si tratta comunque di una regola dalle infinite eccezioni. La spossatezza sessuale puô infatti variare notevolmente da individuo a individuo, influenzata com’è da moltissini fattori, fra cui sono anche i sistemi e la razionalità dell’allevamento. Chi comincia a dedicarsi all’allevamento delle razze semicole di maggior pregio, tende in ge nere ad acquistare soggetti che hanno ottenuto alti punteggi al le mostre ornitologiche e che per conseguenza vengono ceduti a prezzi elevati. E un sistema costoso che spesso non dà i risultati sperati perché sovente da soggetti eccezionali non si ottiene prole di molto pregio. Il sistema migliore è di acquistare soggetti che, pur presentando delle ottime caratteristiche, abbiano qualche manchevolezza non pregiudizievole ai fini della riproduzione - che li rende inadatti a partecipare alle mostre. Non bisogna dimenticare che le caratteristiche dei due canarini destinati all’accoppiamento devono legare fra di loro. In linea di massima non bisogna mai unire due soggetti che presenta no lo stesso difetto, per quanto lieve sia, perché lo si troverebbe esaltato nella discendenza. Chi non puè disporre di soggetti senza mende deve sforzarsi di compensare i difetti dell’uno con i pregi dell’altra e viceversa. Nella riproduzione di Canarini ciuffati si unisca sempre un soggetto con ciuffo a uno senza ciuffo e mai due Ciuffati fra di loro. Per quanto attiene alla struttura del piumaggio, è normativo accoppiare un soggetto Intenso a uno Brinato scegliendo sempre, quando possibile, la femmina Brinata e il maschio intenso. Evitare anche gli accoppiamenti strettamente con sanguinei.

ALIMENTAZIONE PRE-COVA

L’accoppiamento e la successiva nidificazione sono condizionati dal raggiungimento da parte dei riproduttori della così detta “forma amorosa”; affinché tale forma venga raggiunta dai canarini in tempo giusto è necessario che essi siano alloggiati in locali idonei e usufruiscano di un’alimentazione sostanziosa e vitaminica che li prepari convenientemente alle fatiche del ciclo riproduttivo. L’entrata in amore dei riproduttori può essere affrettata o ritardata facendo accorto uso di alimenti stimolanti.Ai cibi freschi e alla normale miscela di semi è bene aggiungere già un mese prima dell’accoppiamento una piccola dose di pastoncino all’uovo da somministrare due volte alla settimana durante la prima quindicina e a giorni alternati per il restante periodo. CosI, oltre a irrobustire le bestiole, si abituerà la femmina a cibarsi del pastoncino evitando il rischio, sempre possibile per chi lo somministra solo alla schiusa delle uova, ch’essa rifiuti l’insolito cibo e alimenti i piccoli con i soli semi, pregiudicando la riuscita della covata. All’inizio della cova è bene so spendere la somministrazione del pastoncino per riprenderla il giorno della schiusa, o meglio in quello successivo.Oltre all’indispensabile osso di seppia, non manchino mai in questo periodo gli altri integrativi minerali, di cui è detto alla voce relativa.

ALLEVAMENTO ALLO STECCO

Viene cosI definito l’allevamento a mano dei nidiacei, alleva mento che un tempo veniva effettuato per mezzo di uno stecco. All’allevamento artificiale in teoria si puo fare ricorso sin dal primo giorno di vita dei nidiacei; in realtà, perè, se i piccoli non hanno almeno 6-8 giorni di vita le possibilità di successo sono scarsissime. Qualunque Sia l’età dei nidiacei, ad ogni modo, l’allevamento artificiale si ottengono quasi sempre soggetti di salute malferma, facili ai disturbi intestinali, poco sviluppati e nella migliore delle ipotesi di qualità scadente nelle prerogateve razziali. Il fatto è che i geni tori prima di dare il cibo ai piccoli, tenendolo per un pò di tempo nel gozzo lo sottopongo no a un breve processo di rammollimento e lo porgono quindi ai figli ben intriso di saliva che, come è noto, contiene sostanze atte a facilitare il processo digestivo, il che è importante soprattutto nei volatili essenzialmente granivori come i canarini. Specialmente durante i primi giorni di vita dei piccoli, nel gozzo della femmina v’è abbondanza di succhi digestivi che rendono il cibo somministrato ai nidiacei più facilmente digeribile; questo è il motivo per cui il maschio, nel cui gozzo non vi sono le stesse secrezioni della femmina, durante i primi giorni d’allevamento non imbecca di rettamente la prole, come fa in seguito, ma riversa il cibo nel becco della canarina che a sua volta lo rigurgiterà in quello dei nidiacei.

L’imbeccata allo stecco presuppone una notevole disponibilità di tempo; bisogna iniziarla al l’alba e continuarla fino al tra monto ed oltre, quindi è ben difficile che l’allevatore possa praticarla se non puô contare sull’aiuto di qualche familiare. Meglio rinunciare all’allevamento artificiale dei canarini per poco che sia possibile. Per chi si dovesse trovare nelle condizioni di dover praticare, vediamo come ci si deve comportare. Per prima cosa il nido va posto in ambiente caldo e riparato, possibilmente nella gabbia infermeria. I nidiacei, se non ancora bene impiumati, vanno coperti con un pannolino di lana o con una sfoglia di ovatta sistemata in modo che essi possano respirare liberamente. All’originario stecco non è il caso di fare ricorso; andrà meglio un pennellino da pittore (numero tre o quattro) a setole morbidissime. Se i piccoli da imbeccare sono molti si potrà ricorrere più comodamente alle apposite siringhe di vetro o di plastica che renderanno piü semplice e piü sbrigativa l’operazione.

Bisogna fare bene attenzione a nutrire in egual modo tutti i piccoli; la quantità di cibo da somministrare volta per volta sara indicata dal gozzo, che dovrà risultare giustamente ri gonfio (con una circonferenza all’incirca doppia del normale). Quando il cibo Sara stato quasi completamente ingerito il che avviene in genere dopo un’ora e mezzo o due ore si somministrerà una nuova imbeccata e cosi via. La prima imbeccata va data all’alba, Seguita con la massima regolarità dalle altre, l’ultima delle quali andrà fornita alle venti.

Quando nei piccoli ormai completamente impiumati non si potrà pin scorgere il gozzo, e non sarà perciò possibile controllare se l’uccellino ha finito la sua scorta di cibo, si faccia bene attenzione a non nutrirli eccessivamente dato che anche ben rimpinzati gli uccellini non mancano, alla vista dell’allevatore, di spalancare il becco in una pigolante richiesta di cibo. Per imbeccare i piccoli si usi il normale pastone all’uovo cui Si dovrà aggiungere del liquido per renderlo molto morbido, quasi fluido, specialmente nei primi tempi. Al posto dell’acqua si US! del succo di mela raccolto spremendo un po’ di polpa in un bicchiere, con l'aggiunta di al cune gocce di acqua minerale non gassata; il liquido cosI ottenuto, dapprima biancastro e quindi ambrato, è particolarmente indicato per l’ammollamento del pastone. Nell’allevamento degli ibridi di canarino con uccelli indigeni o con esotici non esclusivamente granivori sarà bene arricchire il pastoncino con un po’ di so stanze altamente proteiche (uova di formica polverizzate, omogeneizzati carnei per lo svezza mento dei bambini, cervello e midollo lessi, sangue di bue cotto, ecc.). L’aggiunta di piccole dosi di queste sostanze puè ri sultare conveniente anche nel l’allevamento dei canarini delle razze più delicate. Verso il diciottesimo giorno di vita si aggiungono al pastone dei semi, preventivamente sbucciati in acqua bollente, finemente pestati. Alla quarta settimana di vita i semi, sempre sbucciati, potranno essere dati interi. Prima della somministrazione allo stecco il pastoncino va intiepidito a bagnomaria. Se l’allevamento allo stecco vie ne iniziato quando i piccoli non sono ancora completamente impiumati, non presenta difficoltà di esecuzione in quanto i nidiacei, non provando ancora timore dell’uomo, non si fanno pregare a spalancare il beccuccio. In seguito, crescendo, essi continuano a identificare con l'allevatore l’idea del pasto e non avranno di lui alcun timore. Se c’è un vantaggio in questo sistema d’alimentazione artificiale è quello di ottenere soggetti completamente domestici. Se per disavventura, invece, Si deve iniziare l’allevamento allo stecco quando i piccoli sono completamente impiumati ed ormai prossimi al l’indipendenza, un ostacolo gravissimo è costituito dai loro beccucci serrati dal timore atavico dell’uomo. Non avendo la possibilità di affidare i piccoli a qualche balia (una canarina che possieda dei piccoli su per giù della stessa età) si può tentare la somministrazione d’un pastone piuttosto fluido posto sulla cima d’un pennellino; preso il soggetto in mano e appoggiata la punta del pennellino contro il suo becco, può darsi che il piccolo affamato si induca a mangiare (si può anche provare a imbeccarlo senza prenderlo in mano, passando il pennellino tra le sbarre della gabbia); se questo espediente non ha effetto, non resta che tentare la imbeccata farzata, operazione ardua che ri chiede da parte di chi la pratica notevole abilità e che presenta poche probabilità di successo in particolarmodo se si tratta di un allevatore poco esperto. Capita a volte che anche dei ni diacei non impiumati temano l’allevatore e non aprano spontaneamente il becco; in questo caso conviene che le prime imbeccate allo stecco vengano somministrate con l’aiuto d’una seconda persona: mentre l’una mediante una spatolina priva di bordi taglienti mantiene aperto il becco (facendo leva alla punta del becco e non alla base dov’è troppo dedicato), l’altra somministra il cibo; in breve gli uccelletti si abitueranno ad aprire il beccuccio da soli.

DEPOSIZIONE

In ornicoltura si suole indicare con tale termine l’atto con cui le femmine in fase riproduttiva si sgravano delle uova. A due-sei giorni di distanza dal la fecondazione (naturalmente non si può parlare di “fecondazione” quando la copula ha luogo con una canarina non ancora pronta alla riproduzione, con il gruppo ovarico immaturo e le singole ovocellule non ancora atte a scendere nell’ovidotto) e, di norma, dopo una-due setti mane dal giorno in cui si è formata la coppia, una buona Canarina generalmente depone il primo uovo senza fatica, nel giro d’un quarto d’ora, anche se è alla sua prima esperienza riproduttiva. Puô capitare che una femmina alla sua prima esperienza riproduttiva non deponga le uova nel nido ma sul fondo della gabbia o nelle mangiatoie: in genere non c’è da preoccuparsi, trattandosi di difetto destinato a scomparire in seguito, spesso sin dalla seconda covata. Vi sono anche femmine che dopo aver regolarmente deposto le uova nel nido trascurano d’iniziarne l’incubazione; la cosa è per lo più dovuta a un’imperfetta forma amorosa della cana rina, dipendente in genere da qualche errore di conduzione commesso dall’allevatore. Una volta riacquistata la condizione favorevole, la canarina potrà risultare ugualmente un’ottima riproduttrice. Le uova abbandonate potranno essere affidate ad altra chioccia. La canarina depone di buon mattino, in genere all’alba (per Jo pin tra Je sei e le nove); il numero delle uova deposte varia generalmente da 3 a 5, più rara mente 2 o 6 ed anche 7; in casi eccezionali puô giungere a de porne 8 o 9 (solo nelle razze più. robuste e prolifiche) mentre la. deposizione d’un solo uovo (e in parte anche quella di 2) è segno d’imperfette condizioni fisiche. Le uova vengono deposte consecutivamente una al giorno ma talvolta accade che La deposizione prosegua dopo un giorno d’intervallo. Può inoltre verificarsi che una canarina, deposte le uova, non ne inizi l’incubazione e dopo qualche giorno attenda invece a una seconda de posizione. Il fatto è determinato da una disfunzione ormonale che sconsiglia l’ulteriore impiego della canarina per il resto della stagione riproduttiva. Le uova così deposte (di norma le seconde sono piü piccole del normale e danno vita a canarini di piccola taglia) possono essere affidate ad altra femmina in cova. Citiamo infine il caso di canarine che depongono un solo uovo sterile — di cui non iniziano l’incubazione perché la vera de posizione avverrà solo una decina di giorni dopo. In tal caso la deposizione singola non è sintomo di imperfette condizioni fisiche come avviene allorché l’unico uovo (da cui può nascere un pulcino) viene subito incubato. Se dopo aver deposto le uova una canarina, per una ragione qualsiasi, Si trova nella condizione di non dover proseguire nell’incubazione, si lasciano passare due o tre settimane prima di reimpiegarla nella riproduzione, perché deposizioni di uova troppo ravvicinate non giovano alla salute delle fattrici e hanno influenza negativa anche sul numero delle uova e sulla qualità dei nidiacei. Se si ha la sgradita sorpresa di trovare dei frantumi di guscio al posto dell’uovo, si tenga presente che quasi sempre il colpevole è il maschio; s’impone per tanto il suo allontanamento. Se poi invece si constata che la colpevole è la femmina, non c’è nulla da fare e non resta che esonerarla dalla riproduzione. Trattandosi di soggetto di parti colare valore, si può cercare di togliere le uova dal nido subito dopo la deposizione, prima che la canarina mangiatrice di uova abbia il tempo di romperle, onde affidarle ad altra femmina buona covatrice. La tendenza a mangiare le uova è dovuta di norma a carenze alimentari, rimediando alle quali l’inconveniente dovrebbe scomparire; si dice “dovrebbe”, in quanto può accadere che quella ch’era all’inizio un’esigenza fisiologica, tesa a rimediare a carenze nutritive, diventi in seguito un semplice vizio cui non c’è modo di porre riparo e che impone di non utilizzare nella riproduzione i soggetti che ne sono affetti o di impiegarli con l’accorgimento suddetto. Le uova, dal guscio quasi sempre picchiettato ma di tinta variabile, possono essere deposte giorno dopo giorno, ma non è raro che tra la deposizione delle vane uova (specialmente tra il primo e il secondo) intercorrano due o tre giorni. Si capisce subito quando la de posizione è terminata perché l’uovo che viene espulso per ultimo presenta una colorazione leggermente più chiara degli al tre e vien detto “uovo azzurro”; in qualche raro caso avviene che dopo quest’uovo la femmina ne deponga ancora uno d’incerto colore verde pallido.

INCUBAZIONE

L’incubazione delle uova nei canarini si protrae per 13 giorni ed è compito eclusivo della femmina. Per creare un ambiente favorevole alla cova bisogna che il locale d’allevamento sia tranquillo e che le gabbie con i riproduttori siano collocate in penombra. In natura gli uccelli cercano di occultare il nido il più possibile nella penombra protettrice delle fronde e l’istinto li spinge a restare immobili quando sono illuminati dato che nessun effetto mimetico resiste al movimento. Nel canarino domestico l’istinto si è molto affievolito (in maniera più o meno accentuata a seconda delle razze e degli individui) ma se la stanza è troppo luminosa si pone ugualmente il rischio che la femmina resti immobile nel nido trascurando di rivoltare di tanto in tanto le uova, come è necessario che faccia affinché gli embrioni non muoiano. Anche per le razze più mansuete del canarino bisogna tener conto di questa necessità delle covatrici di trovarsi in penombra: non volendo ombreggiare la stanza, si può coprire il nido esterno con del materiale opaco (fronde, carta, ecc.) oppure disporre sulla gabbia un panno verde, se il nido è sistemato all’interno. Non si tema che nella penombra del nido la femmina non riesca a rivoltare le uova o a imbeccare i piccoli; la vista degli uccelli è assai più acuta di quella umana. Durante l’incubazione i riproduttori vanno preservati con particolare cura da molestie quali possono essere l’andirivieni di persone estranee, lo sbattere delle porte, rumori intensi, forti vibrazioni, ecc. In particolare le vibrazioni violente, anche conseguenti a forti rumori, possono causare la morte degli embrioni. Durante il periodo del l’incubazione è opportuno effettuare dei controlli periodici (possibilmente evitando di disturbare la canarina mentre cova e approfittando per l’ispezione del nido degli intervalli in cui essa sorte spontaneamente) allo scopo di accertare che tutto vada bene. Potrebbe accadere che la canarina imbratti le uova con gli escrementi e in tal caso bisogna subito ripulire il nido altrimenti le deiezioni, seccandosi, incolleranno le uova che non potranno più venire regolarmente rivoltate o andranno soggette a rottura nel corso dei tentativi fatti dalla chioccia per rimuoverle. Anche la rottura d’un uovo dovuta a una qualsiasi causa accidentale può danneggiare le altre uova incollandole. Se durante una delle ispezioni al nido si nota che il numero delle uova è diminuito e non si trova traccia dell’uovo o delle uova mancanti in nessuna parte del nido o della gabbia, si tenga presente che talvolta le canarine avvertono d’istinto quali sono le uova cattive e le allontanano dal nido o le mangiano. Il buon maschio durante l’incubazione assiste amorosamente la compagna portandole il cibo, rallegrandola con il canto e so sostituendola qualche volta sulle uova durante i brevi momenti di moto ch’essa si concede. Alcuni canarini sogliono anche andarsi ad accucciare nel nido presso la femmina restando cosi tranquilli in tenero contatto. Le canarine durante l’incubazione emettono più o meno spesso un lieve pigolio per ri chiamo del maschio (se questo è presente), pigolio che ricorda quello emesso all’inizio del ciclo riproduttivo quale sollecitazione all’atto fecondativo. Questo secondo tipo di richiamo della femmina in cova è però solo una richiesta di cibo e di compagnia: i buoni maschi lo interpretano nel modo giusto e danno alla compagna tutta l’assistenza possibile, quelli inidonei alle funzioni di “padre di famiglia” lo scambiano invece per un richiamo sessuale e molestano la canarina in cova con approcci amorosi. In questi casi l’allontanamento del maschio può rendersi necessario anche se cosi facendo, a incubazione iniziata, si corre il rischio di turbare la femmina sino al punto di distoglierla completamente dai suoi doveri materni. Durante l’incubazione il bagno va consentito regolarmente, non solo perché le abluzioni ristora no le femmine che trascorrono il loro tempo accucciate sulle uo va, ma anche per favorire il felice esito dell’incubazione; infatti perché la schiusa avvenga normalmente è necessario un certo grado di umidità Dando3i il caso di covatrici talmente prese dal loro compito da non lasciarsi tentare dal bagno, conviene, il giorno precedente la schiusa, immergere le uova per brevi istanti in acqua calda a 38° centigradi: c è è sufficiente ad assi curare il necessario grado di umidità. Le uova vanno quindi riposte nel nido dopo averne tolto l’eccesso di umido e curando che non abbiano a raffreddarsi. Questo sistema è preferibile alla pratica di spruzzare lievemente d’acqua tiepida il materiale d’imbottitura del nido, cui ad ogni modo possono fare ricorso quegli allevatori che hanno timore di rompere le uova nello spostarle. La breve immersione delle uova in acqua calda può effettuarsi oltre che alla vigilia della schiusa, anche nei tre-quattro giorni precedenti e ciò al fine di ammorbidire il guscio onde facilitarne la rottura da parte del pulcino nascente; l’accorgimento può tornare particolarmente utile per le razze a selezione molto spinta, generanti prole meno robusta. Se si possiedono più coppie, è opportuno che almeno due o tre inizino l’incubazione contemporaneamente onde l’allevatore abbia la possibilità di affidare a una canarina anche qualche uovo delle altre e lo stesso possa fare con i nidiacei ai quali malauguratamente i genitori cessassero di somministrare il cibo. Questo accorgimento della messa in cova contemporanea di più coppie è specialmente utile nel caso di razze molto selezionate, che più facilmente danno luogo a inconvenienti durante il ciclo riproduttivo. L’accorgimento è reso più agevole dall’impiego delle uova finte grazie alle quali, in caso di necessità, si può ritardare di qualche giorno la ricollocazione nel nido delle uova vere.

L'ALIMENTAZIONE
Vitamina A / Betacarotene
Mantiene efficiente l’apparato respiratorio,riproduttivo e digestivo.
Patate dolci, arance , carote ,tuorlo d’uovo, broccoli ,piselli,cicoria,peperoni e peperoncini,meloni cantalupa,albicocche,asparagi,zucchine etc.

Vitamine B (Ci sono 8 vitamine B )
Partecipano alle reazioni metaboliche e danno energia alle cellule favorendone la crescita. Importanti per la salute degli occhi,della bocca e delle penne.
Uova,formaggi,noci,semi di girasole,miglio,vegetali a foglie verdi , cereali , grano,asparagi,broccoli,limoni,banane etc.

Vitamina (Acido ascorbico)
Importantissima nelle situazioni di stress,come anti-infiammatorio , antistaminico e antiossidante.
Broccoli,patate,agrumi,peperoni e peperoncini, pomodori,asparagi,piselli, radicchio,zucchine,kiwi,cavolfiore,frago le,cavolini di Bruxelles etc.

Vitamina E
Antiossidante e protegge le membrane cellulari.Aumenta la fertilità e la riproduzione. Raccomandata in casi di problemi alla pelle e come anti-infiammatorio.
Tuorlo d’uovo,vegetali a foglia verde,mandorle,semi di girasole,avena,grano etc.

Proteine
Forniscono gli importantissimi amminoacidi.
Tuorlo ed albume dell’uovo ,formaggi magri , pollo ben cotto , pesce , noci,fagioli,arachidi etc.

Calcio
Favorisce la crescita e il benessere delle ossa (particolarmente importante per i Cenerini).
Gusci d’uova,formaggi magri,yogurt,cicoria,broccoli,mandorle,f agioli,piselli, semi di sesamo,arance etc.

Vitamina D3
Favorisce l’assorbimento e l’utilizzo del calcio e del fosforo.
Tuorlo d’uovo(bollito almeno 15-20 minuti),luce solare diretta , salmone , sardine,patate dolci , vegetali a foglia scura etc.

Fosforo
Importante per la sintesi RNA/DNA,salute nervosa,contrazioni muscolari,funzioni renali ed altre.Si dovrebbe far assumere in egual misura sia il fosforo che il magnesio,la quantità di entrambi però deve essere la metà della quantità del calcio.
Cibi con alto valore proteico,come uova sode , yogurt,formaggi,pollo ben cotto e legumi etc.

Magnesio
Coivolto in molti processi metabolici,aiuta a regolare il bilanciamento acido-alcalino,favorisce l’assunzione degli altri minerali,in particolare del calcio.
Vegetali dal colore verde scuro,grano,mele,legumi, semi,noci,mandorle etc.

Ferro
Favorisce la produzione di emoglobina, ed è richiesto in casi di stress e affaticamento.
Legumi,uova,vegetali a foglia verde,semi di girasole e sesamo, noci , mandorle,grano etc.

Vitamina K
Favorisce il coagulamento del sangue,utile al fegato ed alle ossa.
Vegetali a foglia verde , uova,soia etc.

Zinco
Aiuta la digestione,facilita l’azione delle vitamine del gruppo B,favorisce la circolazione ,la funzione epatica,il sistema immunitario,la sintesi delle proteine e la crescita cellulare.Favorisce inoltre la pelle,le ossa,e gli organi riproduttivi.
Piselli,legumi,noci,vegetali a foglia,semi di sesamo e girasole,tuorlo d’uovo etc.

Selenio
un importante antiossidante,combinato di solito con la vitamina E.Protegge il sistema immunitario dai danni derivanti dai radicali liberi.
Uova,semi di sesamo e di girasole,vegetali,aglio etc.

Iodio
Necessario per un normale metabolismo cellulare e per la tiroide.
Semi di sesamo,fagioli etc.




I canarini vanno nutriti con una miscela di semi, regolarmente integrata con sostanze vegetali come la verdura e la frutta, con minerali e con un alimento di particolare valore proteico. Nei canarini da canto la tecnica di alimentazione e' strettamente connessa con la produzione di valenti cantori. La formula d'una miscela idonea dei canarini da canto e' la seguente:
Ravizzone........60%

Scagliola........20%

Canapa............5%

Niger.............5%

Avena.............5%

Papavero..........3%

Lino..............1%

Lattuga...........1%

Durante il periodo di addestramento al canto dei giovani maschi bisogna pero' somministrare per circa un mese esclusivamente del Ravizzone, con dell'aggiunta, un paio di volte la settimana, d'una miscela di altri semi che puo' essere la seguente:


Scagliola........50%

Canapa...........10%

Niger............10%

Avena............10%

Papavero..........8%

Lino..............6%

Lattuga...........6%

Per tutti gli altri canarini potrà essere usata la seguente:

Scagliola........35%

Niger............20%

Panico...........10%

Ravizzone........10%

Avena............10%

Canapa............5%

Lino..............5%

Cardo.............5%

Due o tre volte la settimana sarà' opportuno somministrare in separata mangiatoia una piccola dose di un'altra miscela composta in parti uguali di grani di lattuga, cicoria e papavero. Questi semi sono considerati condizionatori, servono cioè a mantenere i canarini nella forma migliore durante tutto l'anno e soprattutto nel periodo della riproduzione. E' anche bene appendere nella gabbia una spiga di panico dalla quale gli uccelletti spiccheranno i semi con particolare piacere. I semi sono l'alimento base dei canarini ma non deve essere considerato l'unico. Tutti gli uccelli granivori hanno bisogno regolarmente di sostanze vegetali fresche. Le verdure piu' gradite dai canarini sono: lattuga, cicoria, scarola, cavolo, broccolo, spinaci, indivia, radicchio. Esistono pero' degli altri ortaggi molto graditi da questi uccelli, come: fave e piselli freschi e dolci, cetriolo freso, pomodoro maturo, carota. E' bene somministrare ai canarini anche dei pezzetti di aglio e di cipolla, che avendo notevoli proprieta' anti fermentative e acaricide, giovano molto alla salute. Le verdure vanno somministrate ben lavate e accuratamente asciugate, perche' i vegetali intrinsi d'acqua possono causare disturbi intestinali. Per quanto riguarda la frutta, la mela e' la più indicata e gradita da tutti i canarini, ma ugualmente accetti possono risultare gli altri frutti di stagione. Ogni tipo di frutta va somministarto in piccole porzioni tali da essere consumate prima che vadino a deteriorarsi. E' consigliabile somministrare ai canarini una o due volte la settimana una fettina di rosso d'uovo sodo oppure fornire loro giornalmente del biscotto all'uovo. I canarini nel periodo della riproduzione, necessitano di maggiori sostanze proteiche sia per essi sia per la prole che devono imbeccare. A questi soggetti bisogna fornire un pastone apposito, il cosidetto pastoncino all'uovo, che molti allevatori preferiscono confezionare in casa. La ricetta e' la seguente: mescolare amalgamando bene parti uguali di rosso d'uovo sodo e biscotto polverizzato con l'aggiunta di carota grattuggiata, bagnare il tutto con qualche goccia di succo di mela. Il pastone deve risultare soffice e moderatamente umido; per le razze molto selezionate e' opportuno arricchirlo con l'aggiunta di un pizzico di sali minerali ed eventualmente con un po' di omogeneizzato carneo vitaminizzato del tipo in uso per lo svezzamento dei bambini. La preparazione deve essere giornaliera perche' il composto si deteriora facilmente. Tutti i canarini, durante l'anno, dovranno disporre di integrativi minerali, tra cui l'osso di seppia. Ma importanti sono pure i sali minerali e ancora piu' importante e' il grit, costituito da un insieme di piccoli corpi duri insolubili che gli uccelli ingoiano per facilitare la triturazione del cibo. Nelle localita' dove l'acqua potabile non e' ottima, sara' bene fare uso di un filtro oppure sostituirla con acqua minerale non gassata. E' buona abitudine aggiungere all'acqua da bere delle sostanze che giovano alla salute degli uccelli, cioe' succo di limone, aglio e bicarbonato di sodio. Una volta la settimana si aggiunga all'acqua, nella dose di 5 gr per litro, del bicarbonato di sodio che e' un regolatore delle funzioni digestive, e gli altri sei giorni si ponga nell'acqua alternativamente alcune goccie di succo di limone che fungono da disinfettante, facilitando la digestione e un pezzo di spicchio d'aglio dal buon potere disinfettante soprattutto delle vie respiratorie.

LA RIPRODUZIONE

Per la nidificazione dei canarini bisogna osservare certe regole e adottare determinati accorgimenti. Occorre, anzitutto, assortire la coppia. Per quanto riguarda la natura del piumaggio, ricordare che bisogna unire soggetti a piumaggio intenso e soggetti a piumaggio brinato. In linea generale e' preferito che sia la femmina ad avere piumaggio brinato. Una volta accoppiati i due volatili bisogna favorire il processo di familiarizzazione, ed e' buon metodo farli svernare da soli nella medesima gabbia, in modo che abbiano modo di abituarsi uno a l'altro prima degli accoppiamenti. L'inizio delle cove deve avvenire alla fine di Marzo meglio ancora entro Aprile o Maggio. Vi sono allevatori che utilizzano un mashio per piu' femmine. Si puo' dire che di norma conviene lasciare uniti maschio e femmina in modo che portino insieme a conclusione il ciclo riproduttivo, cosi' come si verifica in natura. Alla gabbia da cova si puo' applicare il porta nido esterno a gabbietta fin dall'immissione della coppia, ma non si deve fornire il materiale destinato all'imbottitura del nido fino a quando la canarina non mostri per chiari segni di volerne iniziare la preparazione. Vi sono canarine che dimostrano di non essere all'altezza di costruire il nido in tal caso l'allevatore deve aiutarla. Puo' succeder che la femmina inetta distrugga l'opera dell'allevatore disperdendo il materiale; in tal caso si deve ripeter l'operazione fino a quando non avra' inizio la deposizione delle uova, perche' a partire da questo momento la canarina pensera' soltanto a covare e non dannegera' piu' il nido. Il numero delle uova depositate varia di regola da 3 a 5, piu' raramente 2 o 6 o 7; in casi eccezzionali possono venir deposte 8 o 9 uova. L'uovo espulso per primo ha una colorazione piu' chiara degli altri e viene chiamato "uovo azzurro". Le femmine tendono a dare inizio alla cova dopo aver deposto il secondo o il terzo uovo, il che rende opportuno, togliere le uova a mano a mano che vengano deposte, sostituendole con uova finte onde evitare una schiusa sfalsata con il rischio che gli ultimi nati vengano sopraffatti dai fratelli al momento dell'imbeccata. Le vere uova devono essere conservate entro una scatoletta imbottita di ovatta e rivoltate ogni giorno per evitare che il tuorlo si decentri rendendo piu' difficile la futura schiusa. L'incubazione dura tredici giorni, ma puo' prolungarsi fino a quattorddici quindici giorni se la femmina non e' stata covatrice assidua o se la temperatura ambientale e' stata particolarmente bassa. Durante la cova deve essere consentito alla canarina di effettuare il bagno perche' cio' serve a mantenere nel nido il grado di umidita' che e' necessario per la schiusa. Se la canarina rifiuta il bagno e' opportuno, un paio di giorni prima della schiusa delle uova, spruzzare lievemente le uova con acqua tiepida. Si tenga presente che le canarine sentono il bisogno d' una certa penombra; il portanido va quindi schermato mediante un panno verde che ricordi il protettivo schermo della vegetazione. Verso il sesto settimo giorno di incubazione, ponendo le uova contro luce e' possibile accertare se l'embrione e' in fase di sviluppo perche' l'uovo fecondato appare in trasparenza scuro mentre quello infecondo e' chiaro. I canarini nascono pressoche' nudi, con gli occhi chiusi. La loro alimentazione sara' costituita dal pastoncino all'uovo con cui verranno imbeccati i genitori. Per evitare che i genitori non accettino il nuovo alimento, piccole dosi di pastoncino devono essere somministrate ai riproduttori due o tre volte la settimana fin da un mese prima dell'accoppiamento. Il pastoncino all'uovo serve anche a mantenere i rirpoduttori in buone condizioni fisiche e in perfetta forma. Verso il diciottesimo giorno di vita il giovane canarino e' completamente formato, pur distinguendosi chiaramente dagli adulti. Anche dopo usciti dal nido i piccoli continuano ad ever bisogno dell'imbeccata dei genitori, di regola fino ai venticinque giorni di eta', con una certa differenza in piu' o in meno per le razze tardive o precoci. Quasi sempre possono venir separati dai genitori verso il ventiseiesimo - ventottesimo giorno di vita. La femmina raramente completa lo svezzamento della nidiata prima di essere presa dallo stimolo di una nuova nidificazione che insorge verso il diciottesimo - ventesimo giorno dalla schiusa della prima covata. La prole continuerà ad essere svezzata dal maschio fin quando non sara' indipendente. Qualora accada che la madre spiumi la prole, e' necessario dividere in due la gabbia da cova mediante un divisorio a sbarre che tenga i figli da una parte e i genitori dall'altra. Davanti al divisorio si porranno due posatoi sistemati in modo da consentire i genitori di continuare a imbeccare la prole attraverso le sbarre. Una volta svezzati i nidiacei dovranno essere spostati in una gabbia molto spaziosa che permetta agli stessi di esercitarsi nel volo. E' saggia norma non permettere alla canarina di effettuare piu' di due covate l'anno. Per fronteggiare all'inconveniente di un abbandono di una cova, e' norma precauzionale fare in modo che due o piu' canarine inizino a covare lo stesso giorno.




LE PIU' FREQUENTI CAUSE DI MORTALITA' NEI NIDIACEI
Incidente o malattia Sintomi Cause Rimedi
Giallo incollato al guscio Il nascituro non riesce a staccarsi dal guscio Insufficiente umidita' Vaporizzare, non bagnare le uova, aumentare il tasso igrometrico del locale
Infezione ombellicare Arrossamento e tumefazione Infezione microbica Disinfezione locale con prodotti idonei
Infezione da ferite Arrossamento, spurgo sieroso o purulento Infezione microbica Disinfezione locale con prodotti idone
Avitaminosi Debolezza, palpebre sierose, paralisi, sviluppo ritardato, deformazione degli arti Deficienza vitamine A-B-D3 Trattamenti con concentrati polivitaminici
Intossicazioni alimentari Ventre tumefatto, diarrea, gozzo con bolle d' aria Fermentazione del cibo, cibi avariati, pastoncino troppo umido Igiene, trattamenti antibiotici alle nutrici
Insufficienza di cibo Estrema debolezza Nascita ritardata, negligenza della nutrice, infezione microbiotica Alimentare a mano, trattamento antibiotico alla nutrice
Piccoli gettati dal nido Talvolta con cranio perforato Gelosia del maschio Togliere il genitore dalla gabbia
Parassiti Emaciazione, aspetto sclerotico Acaro rosso Disinfezione dei nidiacei, accessori e attrezzature
Piccolo scivolato dal nido . Incidente o gelosia del maschio Riscaldarlo, alimentarlo a mano e riporlo nel nido
Congestione Grumi di sangue nel cervello o nei polmoni Troppo calore, manipolazioni maldestre Nessun rimedio
Polmonite Debolezza, diarrea, febbre Colpi di freddo, umidita' eccessiva Trattamenti antibiotici
Malattia del sudore Piedi e ventre della madre bagnati Enterite Trattamenti antibiotici
Diarrea di consistenza e colori diversi Morti prima e dopo la schiusa verso i 10-15 giorni di vita Infezione da salmonellosi, Coccidiosi, Colibacillosi, Micoplasmosi Trattamento antibiotico prima degli accoppiamenti e dopo la schiusa



IL PERCHE' DELLA MORTE DELL' EMBRIONE
Nei primi 5 giorni Dopo il 5° giorno Al 12° giorno Alla schiusa
Uova mal conservate, raffredate, con carenze vitaminiche Carenza di riserve per cattiva preparazione dei rirpoduttori: insufficienza di umidita'; cattiva aerazione del nido; tare ereditarie; uova con germi di malattie infettive; uova non girate Fattori letali: eccesso di umidita'; salmonellosi; paratifo; carenza di vitamina A Mancanza di umidita'
La riproduzione con finalita' sportive

La riproduzione con finalita' economiche

Riproduzione di ibridi e meticci




L'IGIENE NEGLI ALLEVAMENTI

La pulizia e' indispensabile in un allevamento di canarini, perche' questo possa prosperare con soddisfazione dell'ornicoltore. Il cassetto di fondo delle gabbie va ricoperto con un foglio di giornale o con uno strato di terra asciutta o di sabbia, da cambiare non appena necessario. Se e' presente la grada, la pulizia del cassetto si puo' fare con minor frequenza ed e' la griglia metallica a dover essere ripulita spesso. Anche i posatoi devono essere accuratamente ripuliti non appena presentano tracce di sudiciume e cosi' dicasi d'ogni accessorio in genere. Almeno una volta l'anno occorre ripulire completamente la gabbia con soluzioni disinfettanti, allontanando preventivamente gli uccelli. L'igienica tenuta di locali ed accessori non basta; bisogna concedere agli uccelli la possibilita' di curare la propria igiene, facendo uso degli appositi bagnetti. Le vaschette devono essere pero' ritirate qualche ora prima del tramonto per evitare che gli uccelli si trovino con il piumaggio umido col sopraggiungere della sera. Ricordiamo che l'acqua del bagno deve essere a temperatura ambiente. Giovano alla salute dei canarini anche i bagni di sole, che essi effettuano ai raggi col piumaggio arruffato. Gli uccelli devono pero' sempre avere la possibilita' di rifugiarsi all'ombra, quando ne sentono il bisogno. Il locale dove sono tenuti i canarini deve fluire di buona areazione, curando che non si creino correnti d'aria.
LA MUTA DEL PIUMAGGIO

nella foto il canarino di eva

Il piumaggio degli uccelli ha una struttura delicata e finisce per sciuparsi col passare del tempo, da qui' la necessita' di un suo rinnovo totale almeno una volta l'anno. Questo rinnovo si attua mediante il processo fisiologico della muta che occupa uno spazio di tempo durante il quale i canarini sono meno vivaci e cessano di cantare. Durante la muta, nella stagione estiva la temperatura ambiente non dovrebbe scendere al di sotto dei 18° centigradi, altrimenti si profila il pericolo che un improvviso raffreddamento arresti il processo fisiologico in corso. Nel periodo in cui si verifica la muta i volatili devono disporre di integrativi minerali e di integrativi vitaminici (vitamine E e D). Durante l'anno si verificano due processi di muta: uno, appena accennato a Marzo, che non rigurda mai le penne di ali e coda e la muta vera e propria, che avviene tra la fine di Luglio e i primi di Settembre. La durata della muta puo' variare da soggetto a soggetto, di norma dura da un mese e mezzo a due mesi. Al termine della muta bisogna controllare la punta del becco e le unghie per accertare che non presentino lunghezza eccessiva, nel caso si spunta l'eccedenza con un tagliaunghie, tenendolo in modo che il taglio avvenga dai due lati e non da sopra a sotto.


Nei canarini di una certa eta' puo' accadere che le squame cornee, che rivestono le zampe, non vengano eliminate e rimangano attaccate ricoprendo le nuove scaglie, in tal caso bisogna bagnare le zampe per alcuni giorni di seguito con dell'olio tiepido o con una pomata apposita, dopo di che', aiutandosi con una pinzetta, si procedera' alla rimozione delle vecchie scaglie.


I CANARINI AMMALATI

Le patologie che possono colpire i canarini sono molteplici, ma si possono raggruppare in respiratorie ed enteriche.
Nella maggior parte dei casi l'indisposizione fisica e' accompagnata da mancanza di vivacita' e dal rigonfiamento del piumaggio, dove il canarino tende a nascondere il capo assumendo la tipica postura da riposo notturno. I sintomi respiratori fanno riferimento alle affezioni che colpiscono l'apparato respiratorio e si manifestano con respiro difficoltoso e fischiante, con rantoli e colo nasale. L'uccello generalmente accompagna il respiro con movimenti ritmici della coda. I sintomi enterici riguardano quelle affezioni che colpiscono l'apparato digenerente e possono indicare malattie infettive in corso, o disturbi dovuti ad una errata alimentazione. Passeremo ora in rassegna i sintomi relativi alle malattie che possono colpire i nostri uccelli e le relative cure. In ogni caso e' necessario isolare il soggetto malato e attuare una disinfezione dei locali, delle gabbie e degli uccelli.

Ali e coda cadenti o abbassatisi ritmicamente; respirazione difficoltosa
Sono questi i sintomi della polmonite, che a volte possono essere accompagnati da rantoli e colpi di tosse. E' possibile curare l'animale tramite la somministrazione di antibiotici o per aerosol. E' importante collocare l'uccello malato in um contenitore di modeste dimensione e in cui la temperatura sia costantemente più alta del normale. Se oltre ai sopraindicati sintomi si riscontra anche inappetenza, sete, diarrea giallastra, stato febbrile, essudato sieroso, siamo in presenza della streptoccosi; la cura e' la stessa ma normalmente i soggetti colpiti muoiono dopo pochi giorni. Anche la tifosi o meglio conosciuta come Salmonellosi, presenta gli stessi sintomi e anche in questi casi la somministrazione di antibiotici può essere di aiuto.


Ali gonfie o cadenti, zampe gonfie, dolenti
Se tali sintomi sono accompagnati da febbre e diarrea, si tratta di osteo-artrite infettiva da streptococchi. La guarigione di tale male si riesce ad ottenere molto raramente, ma e' possibile intervenire con spennellature sulle articolazioni di un composto formato da glicerina e tintura alcolica di jodio in parti uguali. Gioverebbero inoltre iniezioni intramuscolari di anatossina stafilococco, naturalmente praticata da persone esperte. Se i sintomi si riducono a quelli indicati nell'intestazione del paragrafo, allora si tratta di artrite, in genere causato dal mantenimento degli alati in locali freddi e umidi. Le parti interessate dall'affezione vanno spennellate con alcool in cui siano stati lasciati a bagno per alcuni giorni dei peperoncini rossi forti; conviene inoltre addizionare all'acqua da bere, per circa una settimana, dell'urotropina nella dose di un grammo per litro. La stessa cura e gli stessi sintomi valgono per i reumatismi. Se il canarino dimostra inoltre inappetenza e più sete del normale, e' stato colpito da gotta articolare, conviene, in questi casi, adottare una dieta povera di sostanze proteiche e ricca di verdure fresche, addizionando all'acqua da bere del bicarbonato di sodio e un integratore vitaminico.


Movimenti stentati e barcollanti
Se accompagnati da inappetenza, gran sete, diarrea, respirazione affannosa ed emissione di muco dal becco, siamo in presenza del colera o della colibacillosi. In entrambi i casi la guarigione e' molto rara e la morte sopraggiunge dopo quarantott'ore o al massimo una settimana. E' possibile curare gli animali colpiti somministrando loro, a giorni alterni, antibiotici e urotropina.


Scolorimento di becco e zampe
Generalmente tali sintomi si manifestano quando sono presenti parassiti dissanguatori. Cio' normalmente e' dovuto alla permanenza degli uccelli in locali antigienici e ad una alimentazione inadeguata.Quanto sopra descritto porta all'anemia, che si puo' curare ponendo gli alati in ambienti igienici e somministrando pastoncino all'uovo arricchito di vitamine, spinaci, piselli freschi e del solfato di ferro all'acqua da bere. Se lo stato anemico e' accompagnato da congiuntivite e diarrea, si puo' pensare alla pseudomoniasi che si puo' curare tramite la somministrazione di tetrociclina o altro antibiotico.


Respirazione difficoltosa, fischiante affannosa e a becco socchiuso ritmicamente
Sono questi i sintomi dell'asma che va curata facendo bollire per cinque minuti in mezzo litro d'acqua sei grammi di foglie di eucaliptolo, dodici grammi di basilico, trenta grammi di salvia e venti grammi di prezzemolo. Il decotto cosi' ottenuto dovra' sostituire l'acqua da bere per alcuni giorni; in seguito si dovra' somministrare nell'acqua da bere dell'urotropina nella dose di un grammo per litro. L'acariosi respiratoria presenta gli stessi sintomi della'asma, ma la respirazione affannosa e fischiante, in questi caso e' accompagnata da frequenti raschiamenti di gola. Questa patologia, che comporta perdita di vivacita', arruffamento del piumaggio e in seguito la morte, e' dovuta ad un acaro microscopico che si puo' tentare di eliminare mediante specifici acaricidi nonche' somministrando un composto vitaminico. Quando il canarino tossisce ed espettora puo' essere affetto da vermi nella trachea da eliminare tramite la somministrazione di una opportuno vermifugo. Se ai sintomi indicati fin ora si aggiunge letargia, tremori, diarrea e forme di paralisi, si puo' pensare alla pseudotubercolosi, che lascia poche speranze di guarigione agli uccelli colpiti da questo male. E' possibile tentare la cura somministrando antibiotici, sulfamidici e composti vitaminici.


Spostamento laterale del capo
Se cio' accade in maniera frequente e pronunciata, il canarino puo' essere affetto da infiammazione dell'orecchio, dovuta ad una infezione o alla presenza di parassiti; conviene instillare nell'orecchio gocce di glicerina fenica composta.


Dimagrimento rapido, progressivo, inappetenza
Questi sintomi se accompagnati da letargia ed emissione di escrementi secchi, probabilmente il nostro volatile e' affetto da dispepsia, che puo' insorgere se l'uccello ingerisce cibi guasti. Per curare questa malattia bisogna somministrare ai nostri volatili alimenti sani, ricchi di vitamine e con poca verdura. Puo' essere utile sostituire l'acqua da bere con un decotto ottenuto facendo bollire per un minuto in mezzo litro d'acqua 10 gr foglie di menta. Se l'uccello presenta sete ardente, puo' trattarsi di verminosi del tubo digerente, malattia che si puo' curare somministrando appositi vermifughi o quattro - cinque milligrammi di piperzina per ogni soggetto. Il dimagrimento rapido puo' anche essere sintomo di verme solitario o aviatminosao di salmonellosi. Nel primo caso bisogna somministare al posto dell'acqua da bere una soluzione di solfato di rame all'uno per mille, nel secondo caso bisogna fornire ai soggetti malati un'alimentazione ricca di frutta e verdure nonche' di un composto vitaminico, in fine nel terzo caso la cura e' imperniata sulla somministrazione di un antibiotico e sulla somministrazione di un composto vitaminico.


Difficoltà di evacuazione, escrementi vischiosi o diarroiche
La stipsi presenta i sintomi sopra descritti, tale malattia e' dovuta ad una alimentazione troppo ricca di lipidi o da brusche variazioni di regime alimentare o di clima. La cura consiste nel somministrare ai soggetti malati del sale inglese nell'acqua da bere nella dose di 1 gr per litro e adottando una alimentazione ricca di sostanze vegetali. Se gli escrementi degli alati si presentano diarroici si potrebbe trattare di enterite insorta in seguito all'assimilazione di verdure bagnate; i soggetti colpiti presentano un ventre gonfio e arrossato. La cura consiste nel sostituire all'acqua da bere una soluzione ottenuta aggiungendo 10 gr di solfato di ferro in un quarto di litro d'acqua. Puo' aiutare la somministrazione di semi di papavero, di riso bollito e di uva. Se curati nel modo indicati i canarini colpiti dalla malattia guariscono dopo una settimana. Se la difficolta' di evacuazione e' accompagnata da gonfiore nella regione addominale e il soggetto riesce a stento a liberarsi dagli escrementi, puo' essere affetto da catarro gastrico, in tal caso conviene sostituire all'acqua da bere un decotto di lattuga o malva.


Occhi gonfi, lacrimosi, catarro, starnuti, secrezioni di muco alle nari
Questi possone essere i sintomi di uno stato influenzale da curarsi lavando con acqua borica tiepida gli occhi e la nari. Se i soggetti malati presentano scolo purulento dagli occhi e dal naso potrebbero essere affetti da sinusite infraorbitale, puo' insorgere gonfiore dell'epidermide sotto l'occhio, che puo' arrivare a spostare il globo oculare fino a distruggerlo. Bisogna lavare le parti interessate da questi sintomi con acqua borica tiepida e spalmarvi sopra due volte al giorno della pomata all'aureomicina. E' opportuno aggiungere all'acqua da bere della streptomicina.


Occhi opachi, cecità
Tali sono i sintomi della cataratta, che puo' essere congenita, conseguente alla vecchiaia o derivante da malattia a traumi. Non esistendo cura e' necessario porre l'uccelo in una gabbia dove il cibo e l'acqua siano facili da raggiungere e sempre collocati allo stesso posto. Se si osserva opacita' a carico della cornea puo' trattarsi di cheratite. In questo caso conviene applicare pomate antibiotiche a uso oftalmico, sono assolutamente da evitare pomate basate su cortisonici. Dopo qualche giorno la cornea ritorna lucida e trasparente segno di avvenuta guarigione.

Pustole
La presenza di pustole sulle palpebre, intorno alle apertura auricolari e nasali, sulla base del becco e sulle zampe, e' sintomo di diftero-vaiolo, una malattia che puo' assumere due forme: vaiolosa e difterica. Nel primo caso dopo circa un mese le pustole scompaiono senza lasciare traccia. Nel secondo caso il respiro si fa affannoso e sibilante e fuoriesce saliva schiumosa dal becco. La forma vaiolosa permette di essere curata asportando le pustole dopo essere state ammorbidite con olio o vasellina e disinfettando la ferita con glicerina jodica, bisogna inoltre aggiungere della tetramicina all'acqua da bere. La forma difterica non permette di essere curata se non con un collirio antibiotico.

Placche, scuotimento del capo, salivazione mucosa
Se accompagnata da difficolta' di deglutizione, letargia, perdita di appetito e dimagrimento siamo di fronte alla candidosi, una fungosi che puo' essere curata asportando con una pinzetta le placche. La mucosa orale cosi' trattata va spennellata due volte al giorno con una miscela composta da venti parti di glicerina e una di tintura di jodio.

Perdita di piumaggio
Questo sintomo caratterizza la falsa muta, un malanno determinato da un'alimentazione inadeguata o dalla permanenza in ambienti antigienici o da raffreddamento. Bisogna collocare gli uccelli malati in ambienti salubri e spaziosi, fornendo ai volatili una alimentazione ricca di verdure, minerali, vitamine (soprattutto la B) e pastoncino all'uovo. Gli stessi sintomi fanno riferimento alla acariosi deplumante, in piu' i soggetti colpiti da tale male mostrano di soffrire di prurito. Bisogna vaporizzare gli uccelli con specifico insetticida per uso ornitologico. Se sulle parti inpiumate la pelle presenta croste squamose i soggetti possono essere affetti da favo. La cura consiste nello spennellare le zone interessate dal male con una soluzione acquosa di formalina al 5% o con della glicerina jodica.

Infiammazione di codone e ano
Tali sintomi accompagnati da diarrea giallastra sono caratteristici della dissenteria, che puo' essere causata da alimenti guasti, locali antigienici, verdura bagnata o sbalzi di temperatura. In questo caso la cura piu' adatta consiste nella collocazione dei malati in ambienti sani e sulla somministrazione di frutta fresca e semi di papavero. All'acqua da bere bisogna sostituire l'acqua della cottura del riso. Quando e' la ghiandola che si trova sulla parte superiore del codone ad apparire indurita o in suppurazione abbiamo l'infiammazione della ghiandola sebacea, da curare applicando una pomata alla penicillina.

Essudato vischioso corporeo
Puo' capitare che una canarina nel periodo della riproduzione abbia il piumaggio del ventre bagnato, malanno che si indica con il nome di sudore. Si tratta di essudato vischioso prodotto dai piccoli, e' necessario pulire la canarina e i nidiacei con un batuffolo di ovatta intriso di acqua tiepida. Questo essudato e' causato da un'alimentazione inadeguata o da un colpo di freddo. Per la canarina non esiste alcun pericolo.

Sospensione del canto
La sospensione del canto puo' essere causata da raucedine, dovuta a sbalzi di temperatura, ingestione di acqua troppo fredda o per eccessivo impegno canoro. Se la malattia e' cronica non esiste alcuna cura valida.

Piume contorte, cisti plume
I canarini di razza inglese vanno soggetti a gonfiori sottocutanei e a formazione di piume contorte e sottili. Tali gonfiori prendono il nome di lumpus, provocate da piume che crescono contorte all'interno della cisti che e' ripiena di una contenuto sebaceo. Le cisti a volte si rompono perdendo il proprio contenuto, l'intervento chirurgico e' sempre sconsigliabile cosi' come la riproduzione di tali soggetti in quanto la tara e' trasmissibile per via ereditaria.



ARRICCIATO DEL NORD

Il canarino selvatico

E’ la specie più importante del genere Serinus poiché è la capostipite delle molteplici razze di canarini domestici diffuse in ogni parte del mondo.Lungo 12-14 cm il canarino selvatico (serinus canarius) ha fronte, gola e petto giallo oro; ali e coda brune con riflessi verdi; ventre bianchiccio; parti superiori verdi sfumate di grigio e bruno, becco corneo e zampe brunicce. La femmina presenta una colorazione meno accesa e pura

Vive nelle isole Canarie nelle Azzorre e Madeira.

Il canarino selvatico predilige vivere nelle zone ricche di acqua e di alberi, pur preferendo le zone collinose possiamo trovarlo anche in pianura e ad altitudini superiori ai 1500 metri.

Vive in gruppi e il suo cibo è costituito di piccoli semi,verdure germogli e frutta.

il canarino domestico

Con il nome canarino comprendiamo tutte le razze che l’uomo con secoli di allevamento ha derivato dall’originario canarino selvatico.

Sembra che la storia del canarino domestico inizi nel 1402 con la conquista dell’arcipelago delle Canarie ad opera degli Spagnoli i quali conobbero e apprezzarono subito questo grazioso uccellino sia per il suo canto notevole sia per la facilità con cui si abituava alla vita captiva. Il minuscolo alato, denominato “canario” dagli iberici (canarino in italiano),divenne in breve tempo oggetto di un florido commercio e si diffuse pian piano in tutta Europa.

I primi canarini si trovavano solo presso i ricchi a causa del loro costo elevato in seguito, la canaricoltura si estese anche alle classi meno agiate.

Dalla Spagna il canarino si diffuse ben presto in Olanda, Italia e Inghilterra. Nel secolo passato la maggiore diffusione del canarino si ebbe in Germania specialmente in Sassonia (da cui la denominazione “canarino sassone”).

Oggi come tutti sanno il canarino, con le sue numerosissime razze, è il volatile da gabbia più diffuso al mondo.


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Storia dello Yorkshire

Lo Yorkshire è una Contea dell'Inghilterra nord-orientale ove, oltre al resto, l'agricoltura e l'allevamento degli animali domestici vengono praticati su vasta scala e con risultati di rilievo, vistoche' vi sono nate due famose razze di suini, una di cani e una di canarini.
Il nome di esse in ogni caso è lo stesso: Yorkshire. Per brevità il canarino omonimo viene chiamato anche York, ma un pò impropriamente, perchè questo è il nome della città principale della Contea, ricca di storia e di nomi illustri, fondata dai Romani nel 72 d.C. con il nome di Eburacum.
Abbiamo già accennato a questa razza quale responsabile della scomparsa del vecchio Bossù. Adesso torniamo alla sua origine.
Già nella metà del secolo passato nello Yorkshire veniva allevato con questo nome un canarino piuttosto lungo, sottile e a portamento alquanto eretto, diretto discendente da quei Grandi Olandesi che in epoche diverse avevano varcato la Manica, e ancora assai simile ad esso, nonostante i tentativi selettivi fatti per modificarlo.
Oggi Yorkshire è il nome di una razza che discende da quei canarini, ma che si è talmente trasformata che non sarebbe facile credere in una loro parentela.
A quel tempo esistevano in Inghilterra anche i Lancashire, anch'essi derivati dal Grande Olandese (ma qual'è il canarino di grossa taglia che non deriva dal Grande Olandese?) e i Bossù provenienti dal continente, importati come "cosa rara".
Mettiamo insieme: primo, il desiderio di migliorare il povero Yorkshire di allora che, rispetto alle due altre razze, appariva alquanto modesto; secondo, l'osservazione dei risultati degli incroci fra queste tre razze, fatti per la curiosità di vedere cosa ne sarebbe scaturito fuori; terzo, il genio selettivo congenito degli Inglesi e i loro Clubs ... e il risultato fu che i canaricoltori del tempo si trovarono presto in accordo sul programma da seguire per trasformare il canarino della loro Contea in un canarino di taglia accresciuta, con portamento ancora più slanciato e con piumaggio aderente. La grossa taglia sarebbe stata presa dal Lancashire a testa liscia, il resto dal Bossù. Le percentuali più opportune di ciascun sangue si sarebbero studiate cammin facendo.
Quindi, non creazione (ex novo) di una razza, ma di un miglioramento della razza tradizionale della Contea.
Delle mete che si erano prefissi questi primi allevatori, molte furono raggiunte e prese forma una razza ben fissata, del tutto diversa da ogni altra e dalla struttura così sofisticata da indurre a riconoscere una volta di più che veramente a questi Inglesi non si potrà mai insegnare nulla in fatto di selezione e, vorremmo anche aggiungere, sul modo di risolvere ogni problema del genere.
Anche i tentativi iniziali di selezione dello Yorkshire, il "Gentleman of the Fancy", sono fatto emblematico della loro mentalità. Il loro orgoglio e la loro tenacia li spinge alle mete più ambite, ma sono sollecitati a cambiare politica quando si accorgono che una certa situazione sta diventando insostenibile e conviene salvare il salvabile, sopratutto per salvare l'onore.
Tutto lascia credere che le prospettive di questo nuovo canarino fossero così seducenti da far trascurare a tal punto il vecchio e letargico Lancashire (che ormai aveva dato tutto quanto la sua potenzialità genetica poteva dare) da farlo considerare utile solo in funzione di quanto poteva dare ancora di sè per migliorare il nuovo astro nascente, e fu il colpo finale al vecchio gigante che già taballava abbastanza per conto suo.
La razza di cui stiamo parlando prende oggi il nome di Yorkshire Vecchio Tipo o Continentale (poi vedremo il perchè). Era lungo sui 17 cm. molto eretto di portamento e così sottile che gli Inglesi dicevano che poteva passare attraverso un anello matrimoniale: con minore esagerazione si diceva che aveva la forma di una carota.
I connotati più salienti erano: totale continuità tra testa e spalle, cioè nessun solco a livello del collo (carota!); testa-corpo-coda perfettamente in linea tra loro , talchè una riga immaginaria passante per l'occhio e la coda divideva l'uccelino in due parti pressochè simmetriche, una anteriore e una posteriore.
Ma ecco che la solita mania degli allevatori si risveglia ancora una volta. Si sono visti i risultati di alcuni incroci con il Norwich i quali non sono niente male, tanto che sono ormai vari anni che alcuni si interessano a questa nuova via selettiva; si comincia a mormorare che la testa e le spalle più grosse lo rendono ancora più attraente; si dice che lo Yorkshire attuale è solo una tappa di un miglioramento che non è ancora ultimato; si discute, chi parteggia per il Vecchio Tipo chi per il Nuovo Tipo; i Club sono in fermento.
Alla fine, non fosse altro per per appagare la smania del nuovo, vince il parere dei sostenitori del Nuovo Tipo (1962) e si arriva al 1968, anno di codificazione del nuovo standard.
A questo punto è giuoco-forza chiamare la vecchia versione dello Yorkshire, Vecchio Tipo e la nuova Nuovo Tipo; anzi, poichè il Vecchio Tipo in Inghilterra si estingue in pochi anni, mentre continua ad essere allevato sul Continente, questo Vecchio Tipo prende anche il nome di Yorkshire Continentale (soppresso dalla COM ad Antibes nell'Aprile del 1974).
Ne ha fatta di strada questo canarino in un secolo! Cosa resta nel sangue del moderno Yorkshire di quei diretti discendenti del Grande Olandese che si allevano nello Yorkshire?
Ben poco.
In conclusione, l'innesto del Bossù, del Lancashire e, infine, del Norwich, ciascuno per la propria parte, sono stati determinanti. Certamente, senza la mole del Lancashire, la sfilatezza del corpo e gli arti posteriori estesi del Bossù, e il piumaggio, la testa e le spalle del Norwich, lo York moderno non ci sarebbe. E battiamo ancora una volta le mani a questi maestri della selezione.
I connotati dello York moderno (standard del 1968) sono i seguenti.
Testa tonda e piena con ampia nuca e sopraciglia accennate. Collo definito da un modico ma deciso solco dorsale in modo che la testa appaia direttamente incastrata nelle larghe e altissime spalle e non abbia la sensazione della presenza del collo; segue l'alto petto ugualmente largo in tutti i suoi diametri e, perciò arrotondato. Tutto questo complesso di connotati fa apparire la metà superiore del corpo come un unico blocco e, a dir la verità, fa apparire il canarino anche un pò gobbo. Il corpo, nella sua parte posteriore, si assottiglia gradatamente verso la coda. Acciocchè questa forma a lungo cono sia più evidente possibile, la eventuale forma cilindrica del corpo che si assottiglia di colpo alla fine dell'addome (soggetti molto brinati) costituisce grave difetto.
Il piumaggio è brillante e formato da piume relativamente corte e povere di barbole, in modo da presentare la massima aderenza e compostezza, necessarie per mettere in risalto la forma del corpo.
Tutti i colori sono ammessi, come pure la colorazione artificiale. Ali piuttosto lunghe e ben aderenti, formate da remiganti lunghe e strette. Arti inferiori ben estesi in modo che almeno il calcagno appaia totalmente libero.
Coda uniforme, lievemente rialzata rispetto alla linea del corpo, formata da timoniere lunghe e strette: piume di gallo assenti.
Portamento molto eretto (circa 80°). Come è noto, questo canarino viene esposto nelle manifestazioni ornitologiche solo in gabbie apposite, strette e alte, munite in pratica di un solo posatoio; tutto ciò per favorire il portamento altero che deve essere mantenuto stabilmente (o almeno nel momento del giudizio). Al povero canarino, messo a dimora in questa gabbia molto tempo prima del periodo espositivo, non rimane, se vuol fare un pò di moto, che scalpitare sul posatoio spostandosi a destra e sinistra di qualche centimetro o afferrare con una zampa le gretole laterali (eredità del Bossù, come il Gibber etc.) e tutta questa esuberanza ... è apprezzata dai giudici, pienemente convinti che questo supplizio è necessario e fa parte del giuoco.
La lunghezza prescritta è compresa fra i 17 ed i 18 cm. ma molti soggetti, specialmente maschi, la superano. E' inevitabile che un soggetto sia tanto più apprezzato quanto più è lungo, ma ciò non deve assolutamente andare a detrimento degli altri connotati e, in particolare, del piumaggio. Che senso ha uno York grosso e brutto? A proposito della taglia, noi suggeriamo che un buon ceppo debba essere costituito da soggetti lunghi sui 18-19 cm. non di più. Poichè in ogni popolazione di animali la variabilità della specie produce costantemente soggetti più lunghi e più corti della media, comparirà anche qualche soggetto di maggiore lunghezza. Questo soggetto potrà essere il Campione se manterrà gli altri connotati aderenti allo standard, ciò che non sarà difficile se il ceppo è formato da buoni soggetti di giusta taglia. Sarebbe errato, però, accoppiare fra loro due soggetti di grande taglia perchè in questo caso si faciliterebbe la comparsa dei caratteri negativi della omozigosi e, prima fra tutti, la pesantezza di forma e di piumaggio che furono caratteristici del Lancashire prossimo ad estinguersi. Naturalmente nessun allevatore si sognerebbe di non utilizzare per l'allevamento il Campione, cioè è umano, anche se non sempre razionale, ma la cosa migliore sarà di accoppiarlo con un soggetto di taglia medio-piccola e dalle forme eccellenti ( i ben noti soggetti da allevamento).
Nelle razze sofisticate come questa, ottenere molti Campioni non è facile e se l'allevatore avesse in mente questo traguardo finirebbe per disamorarsi alla razza che non gli dà questi campioni con la facilità che lui vorrebbe. L'allevatore deve avere lo scopo di crearsi un ceppo capace di dargli tutti gli anni qualche campione. La pratica insegna che questo è il massimo che si può conseguire in tutte le razze molto differenti dalla specie selvaggia.
Il nostro parere è che, quando uno di tali ceppi è stato costruito, la consanguineità è il solo mezzo per mantenerlo tale ed anche migliorarlo. Ripetiamo per l'ennesima volta che chi ogni anno introduce nel proprio ceppo qualche "pezzo" allettante, ha poche probabilità di avere successo. Lo York è un canarino di indole tranquilla e flemmatica, un gentleman, però, come già detto, nell'intento di evitare i rischi dell'apatia (non infrequente nei soggetti di grande taglia, sopratutto se brinati) vengono preferiti i soggetti che mostrano almeno una certa irrequietezza nei movimenti delle zampe nella gabbia da mostra ma, naturalmente, la vivacità autentica può valutarla solo l'allevatore osservando i soggetti nelle comuni gabbie o voliere quando il periodo delle esposizioni è terminato.
Per quanto concerne la riproduzione, gli Inglesi dichiarano di non fare uso di balie, in Italia se ne fa uso, ma la maggioranza dei soggetti, specie quelli di taglia medio-piccola, sono ottimi allevatori.
Anche per questa razza viene consigliato l'accoppiamento Giallo x Verde e pezzato x pezzato e, naturalmente, intenso x brinato.
I novelli, come è per tutte le razze di grossa mole, sono più lenti di altri a rendersi indipendenti, per cui la presenza del maschio è opportuna. Nel periodo che precede la muta è necessario che anche i novelli che si reputano destinati ad essere esposti soggiornino in ampie gabbie insieme agli altri, acciocchè irrobustiscano i muscoli del petto e degli arti inferiori, questi ultimi destinati ad un certo super lavoro per mantenere la posizione eretta durante il soggiorno nelle gabbie da mostra. Sul momento più opportuno per iniziare l'allenamento nelle gabbie da mostra, sulla durata del soggiorno in esse, su tutti gli espedienti e trucchetti che si usano per facilitare l'assunzione e il mantenimento della posizione eretta (passaggio spontaneo dalla gabbia grande alla piccola con l'invito di verdure, passaggio mediante posatoio spostato manualmente, addestramento a sollevarsi mediante colpetti, schermatura dei 3/4 inferiori della gabbietta, ecc.) ogni allevatore ha le sue preferenze e i suoi segreti. Noi ci limitiamo a dire che l'uso dei "colpetti" per "rizzare" il canarino è un espediente errato, e per intuibili ragioni di ordine genetico, e perchè il portamento degli York dovrebbe essere valutato alla rastrelliera e non sul tavolo del giudice, ciò che in verità, i nostri giudici cercano sempre di fare.
Lo York è un canarino più rustico di quanto l'aspetto farebbe presumere. I lumps sono rari. Non è rara, specie nei maschi di grande mole, la cecità dopo il primo o secondo anno di vita. Il fatto che ciò è frequente anche negli Arricciati di Parigi fa pensare
ad una relazione fra mole e cecità.

IL CANARINO GLOSTER


E' un canarino tranquillo e dall'aspetto simpatico per via soprattutto del ciuffo a baschetto che ne sormonta il capo. La razza è di origine inglese ma viene largamente allevata ae in Italia, anche se la sua diffusione come canarino da compagnia è ancora piuttosto limitata. Il gloster è di taglia minuta e di corporatura tondeggiante ; il piumaggio può essere di vari colori ma solitamente è verde o pezzato. La razza comprende sia individui ciuffati (detti "corona) che privi di ciuffo (detti "consort), ma in questi ultimi il piumaggio che ricopre il capo è comunque assai abbondante e ricade leggermente sugli occhi a formare delle "sopracciglia" Pur essendo principalmente il suo aspetto curioso ad attirare l'attenzione, va sottolineato che questo canarino possiede anche un canto assai pregevole e melodioso.

COME SI TIENE

Il gloster vive bene in gabbie o volierette il più possibile spaziose, nelle quali mangiatoie e posatoi vanno collocati in maniera che il canarino non abbia a rovinarsi il ciuffo sfregandolo contro le sbarre. Il fondo dovrebbe esse dotato di una griglia in modo da evitare che il canarino venga in contatto con gli escrementi.

COSA MANGIA

L'alimentazione comprende, oltre al misto di semi per canarini comunemente reperibile in commercio, vegetali freschi come pezzettini di frutta e verdura da somministrare ben asciutti e a temperatura ambiente, sali minerali sotto forma di sabbietta o di osso di seppia e naturalmente acqua fresca e pulita di bevanda. Il pastoncino all'uovo è assai gradito ma, essendo il gloster un canarino che tende facilmente ad ingrassare , non va dato in quantità eccessiva; è comunque essenziale offrirlo a volontà durante la stagione riproduttiva e nel periodo invernale se i canarini sono mantenuti all'aperto o comunque in un ambiente freddo.

I CONSIGLI DEL
VETERINARIO

Pur essendo provvisto di un piumaggio assai fitto ed abbondante, il globter non va esposto a sbalzi di temperatura. E' un canarino che ben sopporta le basse temperature ma facilmente si ammala se passa repentinamente dal caldo al freddo, quindi evitate durante la cattiva stagione, di spostarlo continuamente dentro e fuori casa. Un inconveniente che sovente si presenta nei canarini di questa razza è la comparsa di cisti nel piumaggio (dette "lumps") che avviene solitamente nei soggetti di oltre due anni di età. E' un difetto associato al tipo di piumaggio, assai lungo e abbondante, la cui comparsa è su predisposizione ereditarie, quindi si sconsiglia di far riprodurre gli esemplari che manifestano queste cisti. I lumps non arrecano dolore o particolare fastidio al volatile, a meno che non diventino molto grossi, nel qual caso è consigliata la loro asportazione chirurgica.

RIPRODUZIONE

Come per gli altri canarini, la stagione delle cove inizia verso la fine dell'inverno, generalmente nel mese di marzo. Nell'assortire la coppia è assai importante che solo uno dei due canarini sia ciuffato, perché il gene del ciuffo è di tipo letale e se portato da entrambi i genitori non consente la nascita di soggetti vitali. L'accoppiamento giusto è quindi "corona" x "consort". Alla coppia va fornito un normale nido per canarini con l'adatto materiale per foderarlo; la canarina depone in media quattro uova che cova per circa 14 giorni. Di norma i gloster sono ottimi genitori e imbeccano i novelli fino al loro completo svezzamento, che avviene verso i 35-40 giorni di età. E' consigliabile non permettere più di tre covate consecutive all'anno per non debilitare troppo i riproduttori.



 
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grickictarcah
view post Posted on 30/10/2012, 02:08




Approvo pienamente per mezzo di le idee espresse ancora. Andate avanti similmente.
 
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kqsieteb
view post Posted on 22/12/2012, 12:06




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Adverbios de cantidad
view post Posted on 5/1/2015, 07:54




I am grateful for this collaboration.. The post is exactly what I wanted. I subscribe to the blog and I am aware of new developments.
 
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3 replies since 10/9/2009, 11:26   14868 views
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